Appello a boicottare il bando dell’8.7.2009 per incarichi di insegnamento
presso le facoltà di Lettere e Scienze dell’Università di Pisa
14 luglio 2009
I ricercatori e i docenti precari dell’Università di Pisa, riuniti in Assemblea per definire la propria posizione sui bandi pubblicati l’8.7.2009 a firma del Rettore, per il conferimento degli incarichi di insegnamento delle Facoltà di Lettere e Scienze, hanno deciso di rivolgere il seguente appello a tutti coloro che intendono concorrere ai 175 posti banditi.
Ricordando che l’Assemblea dei ricercatori e dei docenti precari dell’Università di Pisa
si è sempre battuta non per tutelare il proprio particulare, ma per attuare una riforma di sistema degli atenei italiani, atenei che in assenza di risorse adeguate, regole eque e capacità gestionali, hanno fatto della precarietà e dello sfruttamento del lavoro qualificato una condizione della propria sussistenza;
ha subito denunciato gli effetti negativi per la dignità dei lavoratori e la qualità della didattica, nonché per la comunità universitaria nel suo complesso, del nuovo Regolamento d’Ateneo sugli incarichi di insegnamento che ha recepito al ribasso il decreto ministeriale 8 luglio 2008, generalizzando il ricorso a contratti gratuiti anche per i soggetti esterni all’università non riconducibili a figure professionali con status ed entrate proprie, ossia per i professori a contratto precari che negli anni passati hanno assicurato la didattica dietro compensi simbolici;
con la campagna «Io gratis non lavoro», cui hanno aderito 91 precari e 20 strutturati, l’Assemblea ha voluto annunciare all’Ateneo l’indisponibilità dei precari agli incarichi gratuiti, ma anche ribadire la richiesta di una piena equiparazione dei diritti tra personale strutturato e non, equiparazione per altro contenuta nelle tariffe retributive annunciate dallo stesso Ministero, ma finora non promulgate.
Considerato che
la delibera del Consiglio d’Amministrazione del 23 giugno 2009 fissa parametri retributivi orari e non annuali, assai lontani dall’equità (80-120 euro lordi/ora) e non inclusivi delle ore impiegate per la preparazione delle lezioni, i ricevimenti, gli esami e le eventuali tesi, anche se il decreto ministeriale chiedeva di tenerne esplicitamente conto;
i bandi dell’8 luglio 2009 distinguono in modo arbitrario tra corsi, anche fondamentali, dati a contratto remunerato e altri dati a titolo gratuito, introducendo una illegittima disparità di trattamento;
gli stessi bandi, là dove si tratta di contratti a titolo gratuitio prevedono l’affidamento attraverso la sottoscrizione di una semplice lettera dell’interessato, senza garanzie esplicite di assicurazione della persona in caso di incidenti;
i bandi relativi ai corsi di Lettere richiedono la disponibilità dei vincitori a svolgere esami per i tre anni successivi al corso.
L’Assemblea dei ricercatori e dei docenti precari ritiene che
la posizione più coerente e incisiva da prendere sui bandi dell’8 luglio, dati i forti dubbi di costituzionalità e di legittimità che li riguardano, sia il boicottaggio dei bandi stessi da parte di tutti i soggetti precari, indipendentemente dalla natura gratuita o remunerata del posto per cui essi potrebbero concorrere;
vada rifiutata la prassi discriminatoria contenuta nei bandi, tra posti remunerati e gratuiti, tesa oltretutto a dividere l’Assemblea dei precari facendo leva sulle diversità delle rispettive posizioni e prospettive lavorative;
vada rifiutata la logica dell’assenza di alternative, secondo la quale non ci sarebbero fondi in bilancio per pagare adeguatamente tutti i docenti precari di cui l’università ha bisogno, una volta assicurato che tutti i docenti strutturati svolgano il numero di ore previsto come loro dovere istituzionale;
vada confutata l’idea che i contratti gratuiti o simbolicamente remunerati costituiscano una misura transitoria, cui si potrà rimediare in futuro, e comunque un titolo da spendere in un concorso, dato che il combinato disposto dei tagli della legge 133/08 e del blocco del turn-over della legge 1/09 (ex decreto 180) metterà dal 2010 in serie difficoltà l’intero sistema universitario italiano, generalizzando il ricorso alla precarietà gratuita;
il rifiuto generalizzato di partecipare ai bandi in questione abbia maggiori possibilità di incidere sulla programmazione didattica e sul prossimo anno accademico, quale strumento di pressione sui presidi e, attraverso di loro, sul governo dell’Ateneo per ottenere contratti dignitosamente remunerati, sulla base di un principio non discriminatorio di pari retribuzione a parità di mansioni.
L’Assemblea dei ricercatori e dei docenti precari chiede pertanto a tutte e tutti i precari di
non depositare la propria domanda di partecipazione ai bandi o di ritirarla;
partecipare al presidio davanti l’Ufficio Protocollo dell’Università di Pisa, situato in Lungarno Pacinotti 43/44, venerdì e lunedì prossimo, dalle ore 10.